Arch

Sunday, May 14, 2023, 7:30 PM

5€

ARCH
Luca Sguera - Pianoforte
Joe Rehmer - Contrabbasso
Giovanni Iacovella - Batteria

Luca Sguera e Giovanni Iacovella, pianista e batterista della band She’s Analog, tra gli improvvisatori più coraggiosi della nuova scena italiana, e Joe Rehmer, bassista, contrabbassista degli Hobby Horse e del sestetto Ghost Horse, sono i titolari del progetto collettivo ARCH, concepito come una sorta di laboratorio permanente che arriva al traguardo del primo disco dopo un meticoloso lavoro di messa a fuoco delle intenzioni, delle finalità, delle pratiche esecutive e di ricerca. L’idea alla base dell’interazione musicale è quella dell’arco: una struttura, una curva che unisce due punti più o meno distanti e che allo stesso tempo sorregge il peso di tutto ciò che si trova al di sopra ma anche di tutto ciò che si muove tra quei due punti. Da una parte l’improvvisazione, dall’altra la composizione: in un irrisolvibile dualismo che diventa terreno di scontro e di confronto, di sintesi e di sperimentazione, valorizzando le individualità dei singoli musicisti attraverso un dialogo fitto e costante, tra tessiture sonore particolarmente dense e momenti di respiro più eterei, vicini al silenzio. Il jazz declinato al presente che parla già la lingua del futuro.

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Sunday, May 14, 2023, 7:30 PM

5€

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Luca Sguera - Pianoforte
Joe Rehmer - Contrabbasso
Giovanni Iacovella - Batteria

Luca Sguera e Giovanni Iacovella, pianista e batterista della band She’s Analog, tra gli improvvisatori più coraggiosi della nuova scena italiana, e Joe Rehmer, bassista, contrabbassista degli Hobby Horse e del sestetto Ghost Horse, sono i titolari del progetto collettivo ARCH, concepito come una sorta di laboratorio permanente che arriva al traguardo del primo disco dopo un meticoloso lavoro di messa a fuoco delle intenzioni, delle finalità, delle pratiche esecutive e di ricerca. L’idea alla base dell’interazione musicale è quella dell’arco: una struttura, una curva che unisce due punti più o meno distanti e che allo stesso tempo sorregge il peso di tutto ciò che si trova al di sopra ma anche di tutto ciò che si muove tra quei due punti. Da una parte l’improvvisazione, dall’altra la composizione: in un irrisolvibile dualismo che diventa terreno di scontro e di confronto, di sintesi e di sperimentazione, valorizzando le individualità dei singoli musicisti attraverso un dialogo fitto e costante, tra tessiture sonore particolarmente dense e momenti di respiro più eterei, vicini al silenzio. Il jazz declinato al presente che parla già la lingua del futuro.

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